21 ottobre 1913, inaugurazione Croce Barone | Comune di Volvera
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21 ottobre 1913, inaugurazione Croce Barone

21 ottobre 1913, inaugurazione Croce Barone

GIUFFRIDA Giuseppe

Olio su tela, 100×70 cm

 

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Nel mite tepore del sole autunnale che spargeva a dovizia i suoi raggi su una folla brillante per le varie uniformi dei militari che la componevano in maggioranza, il 21 ottobre 1913 ebbe luogo la solenne benedizione della croce monumentale della Marsaglia.

Essa sostituisce degnamente la rozza croce di legno, detta Baronis, a perenne memoria del cruentissimo combattimento del 4 ottobre 1693, quella croce che una pia consuetudine degli abitanti onorava da due secoli con tributo di fiori.

L’em. Card. Arcivescovo di Torino Richelmy decorò la pia cerimonia con la vivezza rutilante della porpora e una siepe di popolo devoto accompagnò la funzione religiosa con grande attenzione, partecipando intimamente nella comunione delle preghiere.

Al cenno dato da uno squillo di tromba, la Croce di granito fu scoperta ed essa apparve alta innanzi al sole tra una profusione di fiori e di palme. Ai piedi del basamento erano state poste tre grandi corone: una italiana con la scritta: “Ai prodi caduti della Marsaglia. L’esercito italiano“; una austriaca; “Ai prodi camerati caduti. L’imperiale armata austro ungarica“; una francese: “L’armata francese agli eserciti della Marsaglia“.

Il momento più solenne fu quando il Cardinale Richelmy, indossati i paludamenti funebri, avanzò verso il grande masso, benedicendolo, mentre un coro di voci sommessamente, tristemente, accompagnato da un “armonium”, che pareva lontano lontano, intonò il “De profundis”. Il più profondo silenzio era attorno, il più devoto raccoglimento aveva invaso gli animi di tutti i presenti. Il Cardinale Richelmy poi disse: “La Croce ha preso possesso di questi luoghi, sui campi ove un giorno furono la strage e la morte. Quando passerete su questi campi bagnati di sangue, ricordatevi che i vostri fratelli caddero per l’amore della Patria. Questo monumento: il quale rammenta la Croce che Gesù Cristo ha portato sulla terra, sia ora il simbolo della pace universale, di quella pace che godremo tutti un giorno!“.

Si succedettero quindi diversi altri oratori tra cui, in chiusura, il conte generale Laderchi, presidente del Comitato, il quale, dando in consegna la croce al Comune di Volvera, rievocò in efficace sintesi le vicende della guerra contro Luigi XIV e della battaglia. Segnalò all’ammirazione di tutti il lavoro arduo e titanico compiuto dalla squadra di operai che poté smuovere il masso granitico affondato nel terreno.

Alla cerimonia di inaugurazione parteciparono anche delegazioni estere, rappresentanti di tutte le armi del nostro esercito, parroci, sindaci dei vicini paesi di Orbassano, Piossasco, Sangano, Bruino, Volvera, Cumiana, e rispettive giunte al completo.

Rotte le file dei soldati, il popolo invase il piccolo piazzale e circondò la grande Croce di granito cospargendo il masso degli ultimi fiori.

 


GIUFFRIDA GIUSEPPE

Nasce a Catania nel 1950. L’esperienza artistica iniziò 30 anni fa con il maestro Salvatore Martinico, oggi realizza il suo mondo pittorico con marcate stilizzazioni proprie.

Tra le formi viventi e le forme create, Giuffrida pone il suo stato d’animo, la sua commozione, la sua ansia di valorizzare se stesso nelle creatività congenite al modo di vedere e sentire la realtà che gli palpita intorno.

Le immagini della realtà passano dalla concretezza oggettiva a quella soggettiva di Giuffrida e quindi trasfuse dal senso onirico della contemplazione, che le fa vivere in momenti di favola trasognata.

Dai valori scuri alle mezze tinte vaporose e a quella diafana della lontananza, intercorre il lieve afflato della poesia, che amalgama e ingentilisce i toni, lievitandoli di astratta percezione effusiva.