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Distruzione del castello di Avigliana

Distruzione del castello di Avigliana

RINAUDO Maurizio

Olio su Tela, 100×70 cm

 

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Il Castello di Avigliana fu costruito sulla sommità del monte Pezzulano, nei pressi della via Franchigena, nel 924 dal marchese di Torino Arduino il Glabro. Nel corso degli anni si sviluppò facilmente grazie alla sua posizione strategica (era l’ultimo baluardo prima di Torino per chi proveniva dalla Francia) subendo nei secoli numerose distruzioni e saccheggi.

Fino al 1500 la funzione del castello si affermò definitivamente come uno dei principali centri di comando della contea, creando le condizioni per una rivoluzione urbanistica e insediativa ai piedi della collina su cui sorgeva.

Le vicende legate alla Guerra della Lega d’Augusta, per Avigliana, iniziano il 9 maggio 1690 quando circa ottomila uomini, per la maggior parte appartenenti alla cavalleria francese, si accamparono e si abbandonarono a svariate distruzioni e saccheggi.

L’obiettivo di Nicolas de Catinat era infatti quello di esercitare una fortissima pressione, prima diplomatica, comunicando al Duca gli ordini del Re Luigi XIV, poi militare, sul Duca di Savoia Vittorio Amedeo II, preoccupato in quel momento dal ritardo dei soccorsi alleati.

Simile sorte toccò anche ai paesi limitrofi: il 9 giugno e nei giorni seguenti furono saccheggiati Orbassano, Rivalta e Beinasco, poi Cavour incendiata il 5 agosto. Il culmine avvenne però il 18 agosto 1690 con la Battaglia di Staffarda nella quale l’esercito ducale subì una dura sconfitta. È poi la volta di Carmagnola, Savigliano, Fossano, Meano e verso metà novembre di Susa che cade in mano francese.

Nell’anno successivo, maggio del 1691, il castello venne assediato e preso dal generale Catinat, che diede ordine di distruggerlo completamente con l’uso delle mine.

Negli anni a seguire il castello di Avigliana non ebbe più modo di essere ricostruito a causa della mutata situazione strategica della zona, con la costruzione dei nuovi forti sabaudi della Brunetta di Susa nel 1708 (abbattuto poi a fine Settecento) e del Forte di Exilles. Attualmente restano solamente rovine dell’antico maniero.

 


RINAUDO MAURIZIO

Nasce a Venasca (CN) nel 1946. Frequenta le scuole superiori diplomandosi all’istituto tecnico per geometri. Avendo sempre avuto una spiccata attitudine per il disegno, sia tecnico che a mano libera, comincia ad abbinare, nel poco tempo libero che gli rimane, una vera e propria attività artistica incentrata sulla pittura ad olio, a china ed a carboncino. Nel 1973-74, entra a far parte del “CENTROPARETE” di Torino, dove ha modo di conoscere e frequentare assiduamente diversi pittori dell’area piemontese, come Carena, Baretta, Prato, Paulucci, Bortoluz, Marè, Manfredi, Morino, Bellomonte, Mussolini, e tanti altri oggi scomparsi, cercando di confrontarsi e migliorare la propria pittura. Partecipa a diversi concorsi e collettive fino al 1980. Dal 1979-80 in poi, è presente in diverse mostre personali, collettive e televisive a Torino, Diano Marina, Venezia, Pinerolo, Roma, Parigi, New York. Significativa una mostra personale a Parigi nell’88 presso la Galleria Salammbò che, grazie al notevole successo, si protrae per oltre un anno. Negli ultimi anni Rinaudo, avendo  maggior tempo libero, ha la possibilità di sviluppare ed incrementare la sua grande passione per la pittura e la scultura trovando, specie in questo ultimo periodo, una grande forza ed un forte incentivo allo sviluppo dell’attività creativa di stampo artistico.