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La sera prima della battaglia negli accampamenti alleati

La sera prima della battaglia negli accampamenti alleati

TASCHERO Carla

Acrilico su compensato, 100×70 cm

 

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La notte nell’accampamento è molto dura soprattutto quando si sa che la battaglia è oramai imminente. Quel 3 Ottobre 1693 poi faceva freddo, c’era una fitta nebbia e possiamo immaginare che l’ansia assalisse anche il sodato di allora. Anche la situazione sanitaria di allora contribuiva certamente a preoccupare queste persone che sapevano bene che era meglio morire combattendo che non rimanere feriti perché, molto probabilmente la morte sarebbe arrivata comunque ma dopo atroci dolori e sofferenze per infezione, cancrena, operazioni senza anestetici. Allora non esistevano ospedali da campo e quindi, nelle immediate retrovie, venivano utilizzate cascine per radunarvi i feriti che, generalmente, i musicanti raccoglievano nei campi di battaglia e il chirurgo, i cappellani e le monache cercavano di curare.

In ogni caso, in particolare nell’esercito francese (in quegli anni sicuramente il più potente del mondo) i soldati, anche quelli reclutati a forza, erano fieri del loro mestiere e idolatravano i loro ufficiali. Ne consegue che anche se rudi, crudeli nelle loro quotidiane scorrerie nei villaggi, questi soldati  erano invece obbedienti, disciplinati e valorosi in battaglia.

In tutti gli eserciti europei, nonostante il valore di molti, non mancavano certo problemi di disciplina; insubordinazione, bestemmia, furto, rapina, duelli, diserzione non mancavano certamente. La repressione di questi reati era durissima: al bestemmiatore recidivo veniva perforata la lingua con un ferro rovente, l’insubordinazione e la diserzione punita con la morte, il furto con vergate.

 


TASCHERO CARLA

Nata a Orbassano nel 1954; vive e lavora in Orbassano.

Dipinge su tela e su altri materiali più usuali, ma anche su ardesia, utilizzando la lavagna “a spacco” con le venature tipiche della pietra e la lavagna levigata. Il nero dell’ardesia naturale crea uno sfondo che avvolge i soggetti dei dipinti e le venature sembrano far parte dell’opera stessa; i fiori, la natura, gli scorci di balconcini sono i soggetti prediletti come anche i muri di pietra e le finestre fiorite.

Il critico d’arte Gianni Milani dice di lei:

“La sua pittura è improntata su motivi attinti dalla realtà piegata alle fondamentali istanze dei sentimenti, con colori di tonalità squillanti e vigorose, fissati in robusti impasti di materia, attraverso i quali le forme prendono consistenza e rilievo. Riesce, così, a decantare la ruvida concretezza del reale, sintetizzandone i contenuti in motivi di preziosa e suggestiva poesia”.